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giovedì 28 aprile 2011

CRISTO 100% - opere su carta di Raffaele Ariante

Assisi, 2 Luglio 2010
  
Raffaele Ariante è un vero “artista poetico” che, attraverso la Sua gestualità umana e pittorica, ci fa “sognare i sogni” con colori e figure chiare che compongono un mosaico armonico e, in parte, cosmologico.
Da alcuni anni “viaggia”, nel suo animo, portando con se “bombe di pace” che fanno esplodere la nostra “creatività e sensibilità” per il bene.
Ora, come se non bastasse, vuole arrivare a Santiago De Compostela, l’ultima, e più sognata, delle mete di pellegrinaggio oltre cui esiste, solo, la gloria, la “gloria di Dio nella Gerusalemme celeste”.
Li vorrebbe lasciare la “bombe” per far “esplodere emozioni di pace”.
Consigliamo prudenza ma Ariante non può avere limiti, l’arte non deve avere limiti e va lasciata “espandere” nel tempo e nello spazio.
Quel tempo e quello spazio in cui Ariante ha voluto rappresentare anche un “Cristo Risorto già da Crocefisso”, segno della vera condivisione umana, ma già Glorioso e proteso verso la Speranza nel Padre.
I Pellegrini viaggiano verso la Meta, la sognano, e il Viaggio, fatto di soste, silenzi e “tempo lento”, lo si vive soprattutto dentro se stessi.
Ariante arriverà fisicamente a Santiago ma, forse, quella meta, è già stata raggiunta dalla Sua “sensibilità artistica” dal Suo “pensiero poetico” che lo guida verso un “infinito mondo di infiniti colori”.       

Claudio Ricci
Sindaco di Assisi
Presidente Città e Siti Italiani
“Patrimonio Mondiale” UNESCO
 




 CRISTO 100% - Raffaele Ariante
Potremmo dire "Il cristiano come un ambasciatore di Cristo"
Raffaele Ariante un pittore poeta, un artista inquieto.
Egli esprime la sua arte che unisce la spazzola col messaggio, formando così lo scenario perfetto per l'artista e lo spettatore, affinché tutti fermano a riflettere sul suo lavoro.
Al principio, l'arte del cristianesimo impedì di rappresentare Gesù in forma umana, preferendo fidarsi della sua figura mediante simboli, tali come il monogramma formato per le lettere greche    e, iniziali del nome greco alfa e omega  stato anche rappresentato come un agnello, l'Agnello di Dio, ed anche in simboli antropomórficos, come il Buon Pastore.
Più tardi apparvero rappresentazioni di Cristo, il primo rappresenta come una giovane, spesso nel viso di Alessandro Magno, senza barba né pelo molto. [114] a partire dal secolo IV, fu rappresentato quasi esclusivamente con una barba. Nell'arte bizantina si trasformò in una serie regolare delle rappresentazioni di Gesù. Alcuni con l'immagine del Pantocrátor che ebbe gran successo nell'Europa medievale.
Il concetto dell'immagine di Cristo è il cuore dell'antropologia cristiana. L'uomo si distingue di altre creature di Dio, perché fu creato in una maniera unica.
Solo l'uomo che si dice che fu creato ad immagine di Dio.
Questa espressione descrive all'uomo nella totalità della sua esistenza, egli è un Dio che riflette e specchi.
(Genesi1:26-28).
Raffaele ha espresso nella sua arte l'immagine di Dio nel suo cuore e la sua fede per un mondo migliore pieno di Pace e Bene

Christina Oiticica



Raffaele Ariante e un pittore poeta. Tutta la sua produzione è caratterizzata da una certa “trasfigurazione”per cui richiama a riflettere, ad interrogarsi. A mio parere anche la serie dei  Cristo 100% ne è una chiara documentazione: la diversità dei colori, degli atteggiamenti imprime un dinamismo particolare. Il Crocefisso sembra venirti incontro, come un fratello indifeso, a braccia  aperte per l’accoglienza senza riserve. Il messaggio si rivela chiaro: il dono di sé da senso alla vita perché la trasmette o lo offre, suscitandone l’amore. Francesco d’Assisi tutto ha imparato dal Crocefisso tanto da farsi cantico lui stesso di Dio, dell’uomo fratello e d’ogni creatura. In Lui, si è fatto speranza di pace. Ariante, come impianto pittorico, ha utilizzato la carta, pagine di riviste, di giornali imprimendo, con la sua cifra pittorica, il Messaggio che vuole darci e farci ricordare attraverso il segno del Corpo arcuato di un Cristo che sembra volare offrendoci un'idea di sospensione, di riflessione per renderci partecipi ad una quotidianietà non statica, ma pronta a donarci all'Altro in un continuo divenire.
Padre Vincenzo Coli
Vicario della Basilica di Santa Croce di Firenze
già Custode della Patriarcale Basilica del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi




Raffaele Ariante è pittore che segue una sua personalissima ricerca. Anche in questa serie Cristo 100%, la rappresentazione della Croce assume tratti originali, fin dalla carta, pagine di giornali e su cui i 365 Cristi sono disegnati. Ogni naturalistico segno della Passione, viene lasciato cadere: sul corpo di Gesù non c’è traccia dell’agonia, il volto appare coperto, e il legno della Croce cancellato. Solo l’uso di qualche colore, come un rosso vivo che fa da sfondo, ricorda il dramma. Il movimento del corpo, e le braccia aperte come ali,  fanno cenno all’inizio di un volo, ad una riconquistata leggerezza. E’ come se il pittore volesse rappresentare l’ascesa di Gesù al cielo fin dalla Croce: immaginare la liberazione dallo spirito di gravità di questo mondo come un compimento che non cancella la sofferenza patita, ma la oltrepassa, la trasfigura ed accoglie nella Luce chiara dei Cieli. E’ la potenza della Vita sulla morte che Ariante vuole rappresentare. In tempi in cui l’orrore e il terrore tornano ancora a lacerare le nostre esistenze:  se mette in scena l’icona che più di ogni altra nella nostra cultura rappresenta la sofferenza e la morte, è per far esplodere in, e da, essa la vera Vita e la possibilità di Gioia. L’energia che anima le figure rappresentate in questa serie, è radicata non in un disincarnato spiritualismo ma nella riappropriazione della bellezza, della forza e della ricchezza del multiforme spettacolo del creato che incanta i nostri sensi. Ma forse Ariante, con i suoi Cristo 100%, si volge anche contro un cristianesimo che indulga troppo sulla mortificazione del corpo, che sia pietistico e cupo; o, ancor di più radicalmente, il suo Gesù appare, oltre ogni vincolo religioso simbolo dell'uomo che si libera. Deve l’uomo far esodo da sé, dall’orgoglio smisurato e dal male che sono inscritti nel profondo del suo cuore,  per andare oltre la figura umana così come è apparsa finora, lì dove potrà finalmente mostrarsi senza le maschere  in cui da sempre si cela.

Nicola Magliulo
filosofo


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In Cammino di Raffaele Ariante

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